A distanza di una settimana dopo aver percorso una nuova via ferrata, vorrei fare qualche riflessione sul legame sempre più importante tra lo yoga e l’alpinismo, sotto un aspetto sia fisico che mentale. Avevo già accennato all’interno dell’articolo sulla Marmolada (presente su questo blog qui) di quanto lo yoga mi avesse aiutata ad affrontare i lunghi mesi di lockdown e di come anche il mio corpo sia evoluto, diventando molto più flessibile e pronto ad affrontare la montagna. Dopo quasi un anno vorrei tornare quindi sull’argomento per approfondire anche sulla base delle mie recenti avventure.
Partiamo dunque dall’inizio e dal motivo per cui è nata tale riflessione!
Come dicevo, ho recentemente percorso una nuova ferrata: si tratta della via Deanna Orlandini al Reopasso, all’interno del Parco Naturale Regionale dell’Antola, sul confine tra Liguria e Piemonte. Al suo interno troviamo naturali bellezze ed un’insolita convivenza della flora rupestre montana (sassifraga alpina e l’arabetta delle Alpi) con una di tipo mediterraneo (il timo), ma una delle maggiori meraviglie del parco è sicuramente un agglomerato di roccia puddinga, poco distante dalla località di Crocefieschi e dal castello di pietra in Vobbia: le rocche del Reopasso. Si ergono infatti come paladine del luogo e svettano sulla vallata sottostante: quattro torrioni si susseguono tra loro in modo armonioso e sembrano essere sospesi tra cielo e terra, in un legame tra corde metalliche, roccia e folta vegetazione.
La sua quota massima, poco inferiore ai mille metri, non deve trarre in inganno in quanto è considerata da molti esperti una via ferrata di grado medio-difficile: vi sono alcuni passaggi e dei traversi piuttosto strapiombanti, che non hanno nulla da invidiare al grande Nord. Per tale proposito, è necessario giungere all’inizio di questa ferrata con la consapevolezza di avere, davanti a sè, una strada molto divertente da percorrere, ma allo stesso tempo dove è giusto prestare la dovuta attenzione ed evitare di sottovalutare la via. Un errore di questo tipo potrebbe costare attimi di paura che ricordereste a lungo!
La ferrata è divisa in quattro torrioni, e il primo muro che si presenta davanti all’escursionista, presso la parete dell’Anchise, permette di scaldarsi rapidamente! Non è ancora nulla di estremamente difficile e la roccia permette di trovare diversi appigli per i piedi, così si giunge presto ad un piccolo pianoro erboso, che separa di alcune decine di metri dalla prima vera difficoltà.
Ecco dunque che ora interrompo il racconto per inserire anche lo yoga! 🙂
Cosa c’entra lo yoga con una via ferrata?
Immagino che molti alpinisti, o semplicemente grandi atleti, abituati alle competizioni agonistiche, possano guardare questa disciplina indiana con molta diffidenza, secondo me a torto. Non voglio parlare in generale, ovviamente, ma ho affrontato questo discorso diverse volte con campioni dello sport. La maggioranza delle volte, ho notato storcere il naso, con estremo disappunto, pensando che sia una cosa da “ragazze”.
Quello che io racconto è solo perchè lo vivo ogni giorno su di me e vorrei condividere la mia esperienza. Se ripenso alla Federica di Marzo 2020, prima che iniziassi a fare yoga quotidinamente, ricordo un corpo molto meno forte e flessibile, con poca forza nelle braccia o nelle gambe, e molta meno leggerezza nel sollevermi per ancorarmi ad una parete. Ebbene, una via ferrata come quella del Reopasso ammetto che forse non sarei riuscita a portarla a termine, senza dover ricorrere a dei punti di fuga.
In precedenza, nell’Agosto 2019, in Val di Fassa, avevo percorso due ferrate Dolomitiche e questo aveva richiesto molto sforzo, soprattutto nella ferrata delle Trincee. Ero riuscita lo stesso a completarla, grazie al forte spirito di squadra del team ed alla forte caparbietà nel rincorrere i primi sogni importanti, ma ricordo ancora l’enorme sforzo e l’affaticamento di alcuni torrioni, proprio perchè il mio corpo non era abituato a quel tipo di sollecitazione.
Da lì in poi ho cercato di portare dei miglioramenti su questo aspetto, con la voglia di rafforzare e tonificare i muscoli, per renderli più pronti ad accogliere importanti carichi di energia, sollecitati dalla roccia.
I benefici dello Yoga
Dopo un anno e mezzo di allenamento giornaliero di Yoga, con pratiche di almeno 30 minuti, posso dire che il mio corpo abbia subito una sostanziale differenza. Sono consapevole della flessibilità dei muscoli e dei legamenti, che mi permettono di effettuare più ampie falcate in salita. Allo stesso modo, anche una maggiore forza sulle braccia per riuscire dunque a fare appiglio, e trovare un’improvvisa fessura nella parete, anche laddove, in condizioni fisiche diverse, non sarei mai riuscita ad attaccarmi. Non va poi dimenticata la leggerezza che si prova nel sollevarsi, passo dopo passo, ergendosi sempre sulle braccia, e facendo sì che le gambe non siano un impaccio. Al contrario, con piccoli movimenti microscopici, riescono a procedere e trovare la verticalità.
Questo aspetto puramente fisico non deve mettere in secondo piano quello mentale. Anche in questo caso, la capacità di resilienza e di vivere qui ed ora, hanno permesso di essere focalizzati al 100% sull’obiettivo ed incanalare le energie verso quell’unico scopo, entrando in una sorta di flusso.
Tornando dunque alla ferrata, non dico che sia stato tutto facile ed immediato, sia chiaro, perchè ho avuto anche io due passaggi in cui ho dovuto tirare fuori tutta l’energia e la concentrazione che avevo dentro, usare la forza nelle braccia che, al solo pensiero, bruciano ancora. Sicuramente il dinamismo, la capacità di muovere le gambe più flessibilmente, la presa salda delle braccia ed un migliore equilibrio, unito alla attitudine di trovare rapidamente un baricentro ad ogni movimento, hanno davvero fatto la differenza ed aiutato a procedere velocemente.
Pregiudizi
Davanti alle mie parole, sono certa che molti continueranno a storcere il naso, considerando lo yoga come puro esercizio da femmine e dunque poco virile. Posso comprendere questo stato emotivo dal momento che non c’è competizione e nemmeno agonismo ma allo stesso tempo bisogna valutare che non sempre emerge la forza solo se c’è rivalità.
La forza si può anche trovare dentro di sè e lo yoga aiuta proprio a lavorare su questo aspetto!
Un altro lato che viene spesso criticato è che facendo yoga non si suda come negli altri sport ma si sta seduti in silenzio. Una frase del genere può venir formulata solo da chi non conosce molto la materia ed infatti non è corretta. Ci sono tanti stili e tipi di pratiche, dalle più calme e rilassate (Yoga Ristorativo, Yoga Nidra) alle forme più dinamiche (Ashtanga, Vinyasa Yoga). Allo stesso modo, ci sono tante personalità differenti, quindi c’è uno stile adatto per ognuno: bisogna solo trovare quello con cui ci si trova più a proprio agio sia con il corpo che con la mente. Se poi vuoi sudare con lo Yoga le forme sono molte: ad esempio, i 108 saluti al sole, oppure una pratica energetica di Kundalini o ancora una dinamica di Vinyasa.
I benefici dello Yoga per la scienza
Al giorno d’oggi, per fortuna, a supportare le mie esperienze e considerazioni, ci sono anche molte ricerche scientifiche che evidenziano i reali benefici. Elenchiamone alcuni senza entrare troppo nello specifico:
- Riduce lo stress
- Aumenta la forza fisica
- Allevia i disturbi dell’ansia
- Migliora il sistema immunitario
- Riduce l’infiammazione nel corpo
- Migliora la qualità del sonno
- Riduce il dolore cronico
- Aiuta ad avere più equilibrio
- Migliora la respirazione
- Conduce ad avere abitudini alimentari più sane
Ritorniamo dunque alla ferrata del Reopasso, da cui è partita questa mia riflessione: credo davvero che con i benefici elencati sopra, il corpo sia più forte, sicuro, equilibrato e ben preparato, così da superare i vari ostacoli lungo il percorso in maniera più agevole.
La nascita di nuove discipline: il Trekking Yoga
Sull’onda di queste considerazioni, stanno nascendo sempre più nuove discipline che vogliono avvicinare uomini e donne alla natura tramite l’escursionismo ma anche alla contemplazione ed all’introspezione con lo yoga: da qui nasce lo yoga trekking. La camminata dunque lascia spazio a momenti di meditazione e respiri con le tecniche yoga.
Come risaputo, il trekking rinforza la muscolatura, allena anche il cuore ed induce l’organismo ad adattarsi al lavoro ad altitudini diverse. Lo yoga invece ha tra i benefici l’incremento della concentrazione, il lavoro sulla respirazione, il controllo psicofisico, la resa funzionale dell’area addominale, la calma, il riequilibrio della postura.
Considerazioni finali
Non ho scritto questo articolo con l’intenzione di promuovere il trekking yoga o altre simili discipline, seppure ogni giorno stiano diffondendosi sempre di più, anche perchè io stessa non le pratico e dunque non saprei valutarle. Tuttavia vorrei trasmettere la consapevolezza che l’unione tra mente e corpo ormai è sempre più importante e questo, a prescindere da qualsiasi cosa si creda, non può più venire negato.
D’altronde, molti atleti, soprattutto arrampicatori professionisti, ormai includono nei loro allenamenti quotidiani almeno una sessione di yoga for climbers, con l’obiettivo proprio di incrementare la forza in particolari parti del corpo ma anche alla capacità di concentrarsi sugli obiettivi.
Personalmente non posso non dire che lo yoga abbia cambiato la mia vita in meglio! Se poi, questi benefici sono anche direttamente proporzionali alla mia passione per la montagna e riesco a trarne beneficio, allora davvero non posso che augurare a tutti di trovare la propria pratica che possa essere inclusa nel quotidiano!
Godetevi il cammino, attendete i piccoli cambiamenti giorno dopo giorno senza giudicarvi e gioite dei risultati che otterrete in alta montagna!
Namastè 🙂
Un articolo che parla di montagna unendo ad essa i benefici dello yoga, una pratica indiana per la ricerca di armonia tra mente e corpo. Spiegando come questa disciplina comprenda varie tecniche diverse le une dalle altre, e che quindi ciascuno, volendo, può scegliere la propria.