Giallo, arancione e rosso sono i colori di cui abbiamo tanto sentito discutere, e di cui ancora parleremo nei prossimi mesi, perchè sono associati alle restrizioni regionali ma anche a quelli delle limitazioni delle libertà di movimento. Seppure ci stiamo avviando verso parziali riaperture, con la possibilità di uscire dalla propria regione, vorrei provare ad osservare questi divieti da un altro punto di vista.
Ovviamente anche io non vedo l’ora di poter mettere piede di nuovo sulle alte montagne delle Alpi e delle Dolomiti, oppure esplorare luoghi nuovi dell’Appennino centrale e meridionale (come i monti Sibillini e Lucani), o ancora percorrere tappa dopo tappa un cammino italiano, seguendo il flusso del turismo lento e lasciando scorrere i pensieri. Tuttavia, pur impaziente e piena di sogni, sono anche cosciente di quanto sia riuscita a scoprire meglio la mia Liguria, con valli e parchi che non avevo mai visto in passato ma che ora associo a momenti speciali, tanto che non vedo l’ora di tornarci. Questo discorso può essere fatto in ottica regionale tanto quanto in quella comunale, perchè, nel continuo cambio di colori, la zona arancione ha portato con sè non solo i confini liguri ma addirittura genovesi. Certo, per tanti di noi potrebbe essere stata una sofferenza ma io voglio rileggerla in chiave di OPPORTUNITA’ che mi è stata data, proprio per scoprire questa grande città, che offre davvero le esperienze più incredibili, anche a due passi da casa, senza che ce ne siamo mai resi conto!
Questo articolo nasce dalle molte richieste che mi sono arrivate dopo l’apertura di questo sito Web, perciò ho deciso di presentare sette itinerari all’interno della mia città, che potranno essere fatti anche in futuro e non solo durante il tempo delle restrizioni. Avevo inizialmente pensato a cinque percorsi perchè mi sembrava un numero giusto per presentare “alcune chicche” che non fossero solo i classicissimi Punta Martin, Monte Fasce o Forti, però mi sono resa conto che mentre scrivevo ero davvero indecisa sull’elenco da proporre, quindi ho optato di estendere la scelta almeno a sette e focalizzarmi solo sulle gite che mi hanno suscitato emozioni inaspettate. D’altronde, si sa, le cose belle arrivano quando meno ci pensi 🙂
Prima di partire con l’elenco, concludo dicendo che la lista dei percorsi attorno alla città può essere trovata interamente nella sezione Itinerari/Genova e dintorni a questo link, ma ci sono molti altri tragitti, comunque in prossimità della città, che sono inseriti in altre sezioni che ti invito comunque a controllare, tra cui quella sull’Alta Via dei Monti Liguri, o i parchi regionali come ad esempio quello dell’Antola, Portofino e Beigua.
Ora mi concentrerò solo sui SETTE che mi hanno entusiasmato di più!
Allora, sei pronto per partire in questo tour virtuale nei pressi di Genova?
Iniziamo😉
Camposilvano – Monte Proratado – Praglia
Questo percorso è molto interessante perchè ci si riesce a connettere all’Alta Via dei Monti Liguri partendo dalle alture tra Sestri Ponente e Lencisa. In particolare il punto di partenza è Camposilvano, una località ai piedi dell’altopiano Scaggia mente la sua percorrenza è un rapido susseguirsi di ambienti variegati, passando dagli orti ad un castagneto davvero interessante fino alla brulla distesa dell’AV. La cima del monte Proratado permette di volgere lo sguardo lungo tutta la val Varenna e sovrasta la città con inaspettata bellezza. Da qui si prosegue in direzione dell’Alta Via, intersecando il percorso che parte da Praglia e che porta fino al Monte Penello e Punta Martin. In così tanti scenari di rara bellezza, ci dimentichiamo di aver percorso centinaia di metri di dislivello: con gioia è arrivato il momento di gustarsi il meritato pranzo, ma sarà qui che avviene l’incontro molto ravvicinato con due cerbiatti, che appaiono improvvisamente in una corsa folle da dietro il masso su cui stavamo mangiando. Persi gli sguardi verso la loro fuga, è tempo di tornare a casa lungo il percorso dell’andata!
Pino Soprano – Monte Alpe – Monte Carossino
Il monte Antola è il tipico monte dei genovesi, ed è infatti la vetta che ogni anno andrebbe ripercorsa nel periodo tra Aprile – Maggio, per assistere alla fioritura dei narcisi. Se però ci sono limitazioni che non permettono di raggiungerlo, ecco che l’Appennino Ligure, nei dintorni di Genova, offre moltissime altre opzioni che in tempi passati non avevamo mai immaginato. Questo percorso parte da Pino Soprano, nella località di Crociera di Pino, e taglia la val Bisagno sulle alture di Staglieno e Molassana, offrendo una visuale davvero interessante anche sul sottostante acquedotto. L’itinerario prosegue lungo un pianoro erboso, in cui si incontrano molti trail runner e biker; da qui ci si innesta lungo le pendici del Monte Butegna per poi risalire al Monte Alpe e Mezzano, salendo per una direttissima di tutto rispetto. La vista che appare è davvero spettacolare e spazia dal Monte Antola, che svetta con la cima ancora innevata, fino alla lontana Val d’Aveto sullo sfondo. Un’altra nota particolare, che io apprezzo sempre molto, è il riconnettersi all’Alta Via dei Monti Liguri, che prosegue in direzione colle di Creto ed oltre, fino a sfiorare il Monte Alpesisa e poi uscire dal genovesato.
Molassana – Terre rosse – Croce di San Siro – Colle di Creto
Questo percorso parte direttamente dalla Val Bisagno, nel quartiere di Molassana ed è perciò veramente facile accedervi anche con i mezzi pubblici. Il punto di partenza è quindi il capolinea dell’autobus 14: da qui, dopo aver superato il Ponte Sifone, ci si connette all’acquedotto, seguendo il segnavia AQ2 fino ad incontrare una mulattiera che proviene da Struppa presso Via San Felice. Da questo momento in avanti, e per l’intero anello, il segnavia che ci accompagnerà sarà un quadrato rosso vuoto; il sentiero dunque è tracciato bene ed è difficile perdere l’orientamento. La cosa che più mi ha meravigliata, prima di raggiungere Terre Rosse, è il bosco fatato che sembra un’oasi zen: trovo infatti imponenti pietre con muschio verde, e sembrano tante rupi in cui si ergono lupi o che nascondono elfi e druidi, che improvvisamente fuoriescono dagli alberi. Con questo stato emotivo, suggerito dall’ambiente molto calmo, si viene trasportati in un paesaggio completamente diverso dove il colore che domina è il rosso. Ci troviamo infatti presso Terre Rosse, curiosi fenomeni calanchivi scavati in una formazione di argilliti varicolori (i cosiddetti Argilliti di Montoggio), che variano dal rosso vinaccia al verde acqua. Si può dunque continuare lungo una mulattiera, recentemente restaurata, fino a raggiungere la cappella di San Siro con l’imponente croce, che sovrasta la città e l’Appennino Ligure. Infine, si può proseguire in direzione Creto e scegliere se chiudere l’anello che riporta di nuovo in Via San Felice o collegarsi al Monte Alpe e poi finire a Pino Soprano.
Abbazia di Cassinelle – Bric dei Corvi – Cappelletta Teiolo
Questa escursione è stata un vero tuffo nel tempo! E’ così strano pensare che sulle alture di Sestri Ponente si trovi un luogo tanto antico e così pregno di storia. L’abbazia di Cassinelle ci accoglie durante una giornata non molto soleggiata e già questo sembra condurre maggiormente in un’atmosfera medievale dove pellegrini e viandanti sembrano percorrere questa strada che partiva da Sestri Ponente, raggiungeva il valico di Lencisa e proseguiva in direzione Capanne di Marcarolo, passando per Praglia. L’abbazia è stata infatti, in passato, un antico ospitale ed inizialmente aveva lo scopo di accoglienza per i forestieri durante il loro viaggio che proseguiva poi fino alla pianura piemontese nei pressi di Alessandria. Il luogo è diventato tempio di sepoltura dei Grimaldi ma anche commenda dei Fieschi, fino ad essere vicino alla distruzione durante la seconda parte del 1900 quando diversi vandali hanno saccheggiato il luogo. Superata questa antica abbazia, recentemente restaurata, si prosegue in direzione Bric dei Corvi ed alla cappellina del monte Teiolo, un piccolo gioiello da cui si gode una vista a 360 gradi sulla sottostante Valpolcevera ma anche sull’intera città con la costa Ligure sullo sfondo a fare da cornice! Affiancando poi vecchie batterie della seconda guerra mondiale, un vero e proprio museo a cielo aperto, si può chiudere l’anello e tornare nei pressi del traliccio di partenza da cui si era biforcata la strada sulle alture di Sestri Ponente.
Sant’Ilario – Monte Giugo – Monte Cordona
Si sa, per i genovesi, un altro grande classico ed intramontabile percorso è sempre stato il concatenamento di Monte Moro e Monte Fasce. In questo scenario dunque i monti Giugo e Cordona non sono mai stati molto battuti se non da chi vi abita in prossimità. Il punto di partenza è infatti la collina di Sant’Ilario, sopra Nervi, da cui si gode già di una vista eccezionale sul Golfo del Tigullio presso la Cappella di San Rocco. Più si sale, più si ha la certezza che Genova sia una città meravigliosa, con il perfetto connubio tra montagna e mare, regalando degli scorci davvero pazzeschi. Il primo punto di sosta è il monte Giugo, da cui la vista sul promontorio di Camogli e Punta Chiappa regna sovrana. Pur essendo ancora a metà del percorso, già le emozioni sono fortissime quindi le aspettative per la cima sono davvero alte. Proseguire lungo il crinale, regala davvero ampie vedute sull’intera costa Ligure, fino a raggiungere gli 803 m del monte Cordona, posto in posizione strategica perchè permette di volgere lo sguardo anche all’interno dell’Appennino Ligure alle sue spalle.
Crevari – Monte Pennone – Bric Pidocchio – Passo della Gava – Crevari
Questo è davvero un percorso di notevole bellezza e rimane proprio sul confine comunale tra Genova ed Arenzano: permette infatti di accedere al Parco Regionale del Beigua da una località diversa che non sia quella molto più conosciuta del Curlo. Il punto di partenza è dunque presso il capolinea del bus a Crevari: da qui si segue la mattonata che fa attraversare gli orti e che poi si ricongiunge con la strada che proviene da Voltri. Si viene fin da subito inglobati in un bel bosco e si riesce a procedere costantemente senza notevole variazione di pendenza fino alla sommità del Monte Pennone, la cui cima è raggiungibile con un quarto grado di arrampicata. Senza per forza focalizzarsi su questa cima, si può proseguire in direzione casa ex Dazio e poi a far rintoccare la campana del Monte Pidocchio. Qui infatti si apre una vista che toglie davvero il fiato perchè l’imponente Monte Reixa, con i suoi 1183 m, sovrasta con la sua mole assieme al Faiallo. Proseguendo, si riesce a raggiungere agevolmente, in meno di un’ora, il Passo della Gava, seguendo un’antica mulattiera che è ancora perfettamente intatta. Infine, si può decidere se sostare presso la casa sul passo e tornare indietro per la strada dell’andata, oppure se proseguire in direzione Monte Reixa e scendere a Sambuco per variare il ritorno.
Struppa – Canate di Marsiglia – Monte Alpesisa
Non ho mai sentito parlare tanto del monte Alpesisa quanto in questo anno, perciò sono voluta andare a verificare di persona il motivo di così tanto interesse ed ho subito capito il motivo di queste voci! L’itinerario infatti meriterebbe una più approfondita attenzione, motivo per cui avevo già scritto in precedenza un articolo che puoi trovare qui. Tuttavia, non potevo descrivere i sette percorsi che mi hanno suscitato più emozioni a Genova e poi non citare l’Alpesisa e soprattutto Canate di Marsiglia. Qui, l’incontro con Francesco, il pastore che vive con le sue capre, nonché unico abitante del borgo, mi ha davvero colpita. L’accoglienza calorosa con una tazza di the caldo fumante ed un pezzo di focaccia croccante riscaldata sulla stufa, all’interno della Casa del Popolo, mi ha riportato indietro nel tempo, a quella solidarietà tipica dei cammini, proprio come quando sono stata sulla Via Francigena nel 2018. D’altronde questa gita l’ho percorsa a Gennaio, dopo le abbondanti nevicate di fine 2020, quindi potrei dire che ha regalato alla giornata quel tocco in più di magia, già abbondante per la presenza della candida neve bianca. La storia di resilienza di Francesco, così lontano dal materialismo cittadino, il racconto della Resistenza che racchiude la passata lotta partigiana combattuta a Canate di Marsiglia, e il rasentare un pezzo di Alta Via fino al Colle di Creto, hanno davvero reso unica una giornata di freddo invernale, già riscaldata dal notevole dislivello, dalla strabiliante vista sull’Appennino Ligure e sul sottostante Lago Val Noci.
E’ stato davvero difficile limitare questo elenco e renderlo così ridotto ma il mio scopo era quello di dare un’idea dei percorsi insoliti che ci sono vicino casa senza per forza andare lontano! 🙂
In conclusione, mi limito dunque a dire che spero che questo articolo ti possa essere d’aiuto in futuro per le tue esplorazioni a Genova! Ricorda però che tutti i dettagli tecnici sono disponibili nelle rispettive pagine all’interno della sezione ITINERARI, mentre qui ho preferito limitare la descrizione a solo a ciò che mi è rimasto impresso in ogni gita!
Se ti va, lasciami un commento sotto per condividere la tua esperienza: sono molto curiosa di conoscere anche le storie vissute da altre persone in questi luoghi, visto che hanno rappresentato molto per me in questi mesi!
Non mi resta che augurarti quindi BUONA GITA e BUON CAMMINO! 🙂
Ma quanto sei bella quando sorridi,vivere tutto questo é stato e sarà un’esperienza unica.
Tra l’altro la salita verticale alla cima dell’alpesisa con la neve é indimenticabile 😁
E aggiungeremo tanti altri percorsi!! Grazie di cuore 🥰
Un articolo dettagliato che indica i vari percorsi, esprimendo molta positività nella loro descrizione, e che invita con grande interesse all’esplorazione di questi capolavori naturali.
Grazie Matteo!! Sono contenta che traspaia la mia positività e la gioia nel trasmettere questi miei percorsi 🙏😉 prima o poi magari li testerai anche tu!