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Preparazione dello zaino e come adeguarlo in modo efficace

Un tema davvero importante che ogni avventuriero dovrà affrontare, prima o poi, è la preparazione di uno zaino ma anche il suo rapido adeguamento a seconda dei vari scenari possibili. Vorrei dunque condividere quello che ho appreso in questi anni, avendolo testato direttamente sulla mia pelle. Una tra le varie cose da molti sottovalutata, soprattutto all’inizio, è il peso ma è proprio ciò che fa la differenza durante le uscite.

Anche se all’apparenza potrebbe sembrare davvero semplice, in verità, la preparazione di uno zaino non è così banale e richiede accortezze.

Di articoli sul web ce ne sono molti quindi ti voglio condurre a scoprire come IO preparo lo zaino, adeguandolo alle varie esigenze, e di come finora questo meccanismo abbia sempre giovato nelle mie uscite.

Cercherò anche di farti capire quanto sia importante progettare e pianificare il tragitto in anticipo, non lasciando troppo al caso, in modo che anche l’attrezzatura possa essere modificata di conseguenza.

Cominciamo però dal principio, accennando brevemente ad un elemento importante da tenere in considerazione durante l’acquisto di uno zaino. Nella seconda metà dell’articolo, presenterò poi una serie di scenari possibili di uscite e di come anche il contenuto degli zaini possa variare di conseguenza.

Scelta degli zaini: l’elemento da tenere in considerazione

In questi anni ho testato diversi zaini e, ad oggi, mi è difficile dire se ne esista uno migliore o peggiore dal punto di vista tecnico. Ogni giorno, in tutti i negozi fisici ed online, ci troviamo davanti ad una sterminata offerta con tantissime marche diverse, tutte molto performanti e di buona tenuta.

Allora cosa potrebbe fare davvero la differenza nella scelta di uno zaino al giorno d’oggi? La risposta è semplice: i dettagli, come sempre 🙂

Partendo da un dato fondamentale, ovvero che il peso di uno zaino può variare dal 15 al 25% del peso di chi lo porta, a seconda dell’allenamento, una delle cose più importanti da tenere in considerazione, è il peso del telaio a vuoto.

Ebbene sì, non è da sottovalutare. Alzino la mano tra di voi tutti coloro a cui lo zaino sembra già pesante pur tenendolo vuoto.

Ecco, la alzo pure io! 🙂

Prima di percorrere la Via Francigena, nel 2018, avevo comprato il modello Salewa Alptrek 35 + 5L. Mi ha accompaganata in molte avventure, ed ancora lo farà, ma ora non lo uso frequentemente come facevo prima e, se devo essere sincera, ora come ora non so se lo ricomprerei al 100%. Non mi riferisco alla perfomance in sè o alla sua indiscutibile praticità nel sistemare le cose agevolmente (data dalla presenza di cerniere lungo tutto il corpo) ma al fatto che già da vuoto superavo il chilo e mezzo.

Spesso mi limitavo a dire che tanto, non riempiendolo tutto, sarebbe stato uno zaino come un altro! Come mi sbagliavo! 🙂

Alcuni validi motivi:

  1. Con la scusa che lo zaino fosse molto capiente, pur non volendo riempirlo tutto, alla fine portavo molte più cose del necessario, anche quelle che non mi servivano realmente, perchè tanto…c’era spazio. Ecco, non voglio arrivare a dire che oggi conto le cose al grammo, perchè non sarebbe corretto neanche questo. Tuttavia oggi sono molto più consapevole che 200 g in una tasca, 300 g in un’altra…alla fine il peso sale velocemente. Quindi, quando non si hanno reali necessità di portare tanta attrezzatura, come vedremo dopo, cerchiamo di non scegliere zaini voluminosi, perchè ricordiamo che la scusa del tanto c’è posto la accuserete quando farete quel dislivello in più (ma non solo).
  2. Partire già da 1,5 kg, anche per le gite più semplici, è a prescindere superfluo: aggiunge solo fatica anche quando non è necessario

Uno zaino con un peso a vuoto del genere, può essere invece adatto se il numero dei giorni di cammino aumenta. In questo caso, la performance, la praticità e l’utilizzo smart dei dettagli, giustificano lo zaino più grande. Mi riferisco ad esempio ai cammini o in trekking di più giorni.

Per ovviare ad alcuni di questi problemi, che lì per lì accettavo, mi è stato regalato il modello di Deuter Speed Lite da 32 L e peso a vuoto pari a 0,8 kg.

Un vero toccasana: ha tutte le caratteristiche utili per le uscite outdoor, dalle più semplici escursioni alle vie ferrate o uscite alpinistiche.

Ad oggi, posso dire che non me ne separo mai, anche se a volte forse potrei usarne uno ancora più piccolo. Tuttavia, la sua praticità e leggerezza sono davvero impareggiabili e mi fanno desistere da prenderne un altro.

Prima di passare all’importante descrizione del contenuto, facciamo un confronto delle caratteristiche tecniche dei due zaini finora citati.

Deuter – Speed Lite 32L
Appartiene alla serie di zaini da trekking più leggera di Deuter
Peso: 870 g 
Dimensioni: H 66 x L 29 x P 22 cm
Telaio a U in Delrin®
Alette lombari morbide per una vestibilità salda e sicura
La cintura addominale può essere facilmente tesa utilizzando la regolazione pull-forward
Cinturino pettorale regolabile in continuo
Cinghie di regolazione della posizione
Compatibile con sistema di idratazione (3 litri)
Tasche laterali elastiche
Scomparto per oggetti di valore con cerniera
Anello per staffa per cinghie di compressione per occhiali
Etichetta SOS
Staffa lampeggiante
Porta piccozza e bastoncini
Salewa – Alptrek 35L (+ 5)
Volume: 35 L +5
Misura: 65 x 27 x 24 cm
Peso: 1600 g
Sistema di trasporto: Custom-Fit Pro
Uscita per il sistema di idratazione
Supporto per piccozza e bastoncini
Fissaggio della corda
Emergency print
Tasca interna portavalori
Marsupio
Tasche laterali
Volume addizionale
Cinghia di regolazione del carico
Cinghie di compressione laterali
Scomparto frontale con accesso rapido
Cappuccio rimovibile
Attacchi multiuso
Altezza del cappuccio regolabile
Attacchi multiuso

Cosa è necessario avere sempre in uno zaino?

Di seguito, ti voglio elencare tutto ciò da cui non mi separo mai, suddiviso a seconda della categoria di appartenenza:

SICUREZZA

  • Kit di primo soccorso (garze, cerotti, nastro adesivo, forbicine, pinzette)
  • Torcia frontale
  • Telo termico
  • Fischietto
  • Coltello svizzero
  • Cordino

VESTIARIO

  • Guscio (strato esterno antivento)
  • Piumino
  • Occhiali da sole

IGIENE

  • Fazzoletti di carta
  • Disinfettante per le mani

CIBO/BEVANDE

  • Cioccolato (ma non sempre in estate) e/o biscotti secchi (tipo Gran Cereale)
  • Frutta secca
  • Pranzo al sacco
  • Borraccia d’acqua da 0,75 L
  • Thermos da 0,4 L (in inverno) o una seconda borraccia da 0,75 L (magari con sali di magnesio – in estate)
  • Fornello e Moka per il caffè (NOTA: questo è un plus ed è a discrezione a seconda del tipo di uscita e/o se non è previsto vento)

EXTRA

  • Telo in microfibra
  • Tessera CAI
  • Power bank
  • Bastoncini da trekking
  • Tripod (Piccolo cavalletto per fare le foto con il cellulare)
  • Macchina fotografica Nikon (compatta)

Adeguare il contenuto dello zaino – POSSIBILI SCENARI

Fatte quindi le dovute premesse, avendo discusso di un elemento importante per la scelta di uno zaino e visto anche cosa è SEMPRE bene portare, a prescindere dal tipo di gita, vediamo ora in cosa si differenzia il contenuto dello zaino, a seconda dei tipi di escursione e delle diverse difficoltà.

USCITE DI UN GIORNO

Escursione medio – facile

Per questo tipo di gita, che per me può arrivare fino ai 15 km ed un discreto dislivello di massimo 800/900 m, bisogna avere tutto quello che è riportato al paragrafo precedente Cosa è necessario sempre avere in uno zaino? —> Consideriamolo dunque come lo Scenario Standard.

Escursione medio – difficile

Gita che richiede sicuramente più sforzo fisico: andiamo da una lunghezza del percorso tra i 16 ai 25 km (o anche oltre) e dove il dislivello comincia a farsi particolarmente interessante (sopra i 1000 m).

Ricordo una bellissima escursione sul Monte Avril, nelle Valpelline, con 1800 m di dislivello positivo e la quota di vetta a 3.347 m. Anche in questo caso, il contenuto dello zaino non variava troppo rispetto al caso precedente, ma suggerisco di ponderare bene cosa davvero è importante portare e cosa no.

Mentre nel caso precedente possiamo accettare anche qualche extra in più, qui dobbiamo davvero stare attenti ad occupare anche 500 g, perchè magari potrebbero essere utilizzati per il trasporto di ulteriore acqua, soprattutto se si percorre questo tipo di escursione in estate e serve tanta idratazione (a meno che non ci siano fonti note nella valle).

Suggerisco dunque di non eliminare kit di pronto soccorso o il piumino (ad esempio) ma di stare più attenti ad alcuni dettagli, anche banalmente il pranzo al sacco. Se si tratta, come nel mio caso del monte Avril, ovvero di una gita con 1800 m di dislivello in giornata, e non si hanno dunque effettive necessità di pernottare fuori, si può sicuramente eliminare il fornello e preferire semplici panini, molto più pratici e leggeri.

Un errore diffuso è di eliminare peso rimuovendo strati termici (come il piumino): è certamente vero che toglieremmo molto volume ma è altresì corretto che la montagna manifesta cambi meteo repentini e sicuramente dobbiamo essere preparati ad ogni variazione climatica.

Infine, NON rimuovere mai nulla dal contenuto della sezione SICUREZZA.

Via Ferrata

In questo caso, potrebbe trattarsi anche di una gita solo di qualche ora, in cui però dobbiamo essere il più agevoli possibile, per potersi erigere leggeri ed in equilibrio sulle pareti che si prospettano.

Sicuramente dobbiamo trovare il posto al CASCHETTO: se non c’è spazio dentro, va benissimo anche, in fase di avvicinamento, appenderlo all’esterno con gli appositi laccetti. Intanto, durante la via ferrata, verrà indossato quindi di sicuro non darà fastidio.

Per salire la via attrezzata abbiamo bisogno di:

  1. Kit di ferrata con i due moschettoni + dissipatore 
  2. Terzo moschettone (per la sosta) – NOTA: non obbligatorio
  3. Imbrago

Tutto questo materiale, oltre ad essere un pò pesante, è sicuramente voluminoso.

Quindi, a seconda della ferrata che si ha davanti, seppure alcune durino anche parecchie ore (come la Ferrata delle Trincee in Val di Fassa), porterei più snack da consumare veloci durante qualche sosta, piuttosto che riempire lo zaino per il pranzo. Inoltre, limiterei ad una sola borraccia, magari inserendoci i sali di magnesio, visto lo sforzo muscolare richiesto.

NOTA: queste scelte devono essere ponderate rispetto alla difficoltà della ferrata ed al luogo in cui ci si trova. Se vediamo che la ferrata è di sole due o tre ore ma poi si torna al punto di partenza, si può pensare davvero di limitare, ad esempio, il peso superfluo relativo al cibo, per poi concedersi un pranzo lì. Un altro controllo che può essere fatto è verificare se in quel luogo ci sono dei rifugi: può valere quindi la pena portarsi solo alcuni snack necessari per mantenere l’energia durante il percorso per poi premiarsi con un buon pranzo in baita.

Salita alpinistica

Anche in questo caso ci troviamo in uno scenario molto simile a quello della Via Ferrata ma vanno fatte alcune considerazioni.

Innanzitutto siamo ad altezze più elevate, quindi sicuramente potrebbe fare molto freddo: di conseguenza il piumino potrebbe essere importante e/o addirittura venire indossato fin da subito.

Inoltre anche qui, per il cibo possono essere fatte alcune valutazioni simili al caso precedente: se si vede che si è vicini ad un rifugio, si può ridurre al minimo necessario, se non per quello che dia immediata energia. Lasciare quindi il pasto caldo completo per il ritorno e sono certa che ripagherà di ogni fatica.

NOTA: se l’ascesa è divisa in due giorni, includendo ad esempio un pernotto in rifugio, che viene poi raggiunto di nuovo in fase di discesa, consiglio vivamente di portarsi una piccola sacca per raccogliere tutte le cose private usate durante la notte. Lasciare quindi questo piccolo zainetto al rifugio durante la salita per limitare il peso a solo ciò che è strettamente necessario e recuperare poi questa sacca solo in fase di discesa. Tutto ciò mi ha permesso di pernottare al Rifugio Ghiacciao della Marmolada e salire il giorno successivo in vetta molto più agevolmente, recuperando gli effetti personali in discesa dal ghiacciaio.

A differenza della Via Ferrata, in questo caso, potremmo non avere bisogno del Kit ed ovviamente questo eviterebbe del peso. Dico potremmo perchè non è sempre vero: ovviamente dipende dal tipo di itinerario! Ad esempio, quando sono salita in Marmolada, ho percorso la ferrata della Cresta Ovest all’andata, mentre al ritorno sono scesa dalla via normale sul ghiacciaio, quindi in questo caso avere il kit è stato fondamentale per l’ascesa.

Kit di ferrata a parte, occorre sempre avere ramponi e piccozza. Sono due oggetti che sicuramente hanno il loro volume e il loro peso ma, allo stesso tempo, almeno per la piccozza, quando non usata, si riesce facilmente ad inserirla sulla parte esterna dello zaino, usando gli appositi ganci.

Inoltre, stiamo parlando di ghiacciai, quindi le temperature sono più basse. Potrebbe non essere necessario tenere spazio per il volume di piumini e giacche, ma non tutti siamo uguali. Sempre in Marmolada, ad Agosto 2020, sono salita in pile anche se in effetti non era un 4000 m: lì sicuramente le condizioni sarebbero state diverse anche in estate.

Trekking o cammini di più giorni

Anche per questo genere di avventura, non serve molto di diverso rispetto a tutto ciò che abbiamo visto prima.

Ci sono però alcune aggiunte importanti: cambi di vestiario, cibo/acqua e tenda/stuoino. Per quanto riguarda gli ultimi due elementi, potrebbe essere molto diverso a seconda del tipo di giro che si fa: ad esempio se è un trekking di più giorni nelle Dolomiti, ci si potrebbe appoggiare ai rifugi e, di conseguenza, non sarebbe necessario portarsi scorte per troppo tempo, siano esse da usare con un fornello, che non. Allo stesso tempo anche la tenda ha il suo peso importante (più di 1 kg), perciò andranno prese le dovute cautele se non si vuole sfruttare la stanza calda in baita. Su questo ultimo elemento però non ho molta esperienza quindi preferisco passare oltre ed evitare di scrivere cose che non ho vissuto (per ora!).

Anche durante un cammino, spesso non è necessario sobbarcarsi di troppo peso in aggiunta, che non sia quello strettamente necessario al solo pranzo al sacco. Spesso, dormendo in ostelli (o anche con la tenda) e transitando quasi sempre esclusivamente vicino a dei centri urbani/piccoli paesi, sarà molto facile trovare delle catene di supermercati, piccoli alimentari o direttamente bar e trattorie.

Quando ho percorso la Via Francigena, nel 2018, mi compravo ogni giorno il cibo solo per il pranzo del giorno successivo e non ho mai rischiato di trovarmi in situazioni di mancanza: borghi come San Gimignano o città come Siena hanno sicuramente molto di più di quello che serve! Anzi, forse proprio in questi casi, può essere bello assaporare la cucina locale, per rendere il viaggio completo a 360 gradi!

Per quanto riguarda invece i cambi di vestiario, è sempre bene avere almeno un paio di calze, intimo in generale, maglietta e pantaloni di ricambio, in modo tale che ogni giorno, a fine tappa, si riesca a trovare il tempo per fare un veloce bucato (che non sempre potrebbe asciugare e per questo verrà attaccato il giorno successivo allo zaino!). NOTA: Importante quindi aggiungere qualche molletta ed una saponetta di Marsiglia, proprio per essere indipendenti in questa attività.

Inoltre, se pernottate in ostelli/rifugi, non dimenticate delle ciabatte ed un sacco letto (o sacco a pelo per i periodi più rigidi).

E tu, come fai il tuo zaino? Raccontamelo nei commenti o scrivimi una mail 🙂

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