Vi siete mai resi conto di quanta bellezza sia presente in ogni regione italiana? Sicuramente il periodo delle varie zone gialle-arancioni ci ha permesso di scoprire gli angoli più segreti delle nostre città e soprattutto all’interno dei nostri confini regionali.
Doverosa premessa: scrivo questo articolo estremamente in ritardo (Luglio 2021) anche se ho visitato questo territorio lo scorso Febbraio, durante il freddo invernale. Tuttavia, le sensazioni sono ancora fresche e vive in me, e soprattutto questi spunti di viaggio sono più applicabili che mai, già che ora che siamo in pieno fermento estivo.
L’estremo Levante Ligure (quello che per intenderci include le Cinque Terre ed il noto Golfo dei Poeti con Portovenere) è davvero suggestivo e conosciuto a livello internazionale. Migliaia di turisti ogni anno si presentano al cospetto di queste aspre terre, famose per i loro terrazzamenti, i colori vivaci ed i profumi agrumati che si alternano tra quelli di arancia e limone.
Di forse minore fama troviamo invece altre autentiche perle, che davvero non hanno nulla da invidiare rispetto a quelle menzionate in precedenza. D’altronde, negli ultimi anni, questo territorio è andato via via crescendo in termini di popolarità ed ha attirato sia turisti colpiti dalle bellezze storico-artistiche, che dagli amanti dell’outdoor.
Uno di questi luoghi meravigliosi è sicuramente Montemarcello, incrociando a tratti l’Alta Via del Golfo, uno snodo di sentieri che partono da Portovenere ed arrivano fino a Bocca di Magra, dopo aver attraversato colline, borghi e montagne davvero rigogliose e pregne di storia.
Quello che segue è il racconto di un weekend invernale nell’estremo Levante Ligure: dunque lo divido in due capitoli, in modo tale da essere più precisa possibile per trasmettere quelle forti immagini che ancora ho negli occhi a distanza di mesi.
Lerici – Tellaro – Montemarcello
Genova, 13 febbraio 2021. Sveglia presto ma tanta voglia di partire finalmente dopo mesi in lockdown! Seconda colazione in autogrill e destinazione Lerici. In questa località non c’ero mai stata ma fin da subito i suoi colori mi hanno catturata. In realtà il primo vero obiettivo della mattinata per l’inizio dell’escursione è La Serra da cui diparte il sentiero n.433 in direzione del promontorio: il percorso è piuttosto agevole e si oltrepassano diversi oliveti, simboli caratterizzanti del Levente Ligure.
Prima tappa Fiascherino e subito dopo troviamo Tellaro: due perle di rara bellezza e pace all’interno di un mondo frenetico. Distano tra loro solo pochi minuti a piedi ma fermarsi per una visita vale davvero la pena, considerando che il secondo è anche annoverato tra i Borghi più belli d’Italia. Si presenta con i tipici colori delle case Liguri, addossate l’una alle altre mentre incorniciano la piccola baia.
Vasi di piante grasse, fiori colorati, barche tirate in secca, piccoli vicoli con botteghe, la Chiesa di San Giorgio ci hanno accompagnato nella visita ma è subito tempo di ripartire: la strada è lunga ed altre 2,5-3 ore ci attendono per giungere alla meta finale.
E’ tutto molto ben segnalato fino ad un punto ad un incrocio in cui si sono perse le frecce per la strada principale: poco male, anche se questo significa raggiungere Montemarcello non attraverso la classica via bassa ma tramite l’AVG. Si sale dunque erti verso l’Orto botanico sulla vetta del Monte Murlo, sulla collina che divide il Golfo della Spezia dalla piana del fiume Magra, camminando all’interno del bosco reso poco agevole anche dal fango accumulato con la pioggia del giorno precedente, a cui anche la neve si è aggiunta per completare la cornice.
Superata questa fase dell’itinerario, ci attende la parte più suggestiva ed una prima apertura della vista strepitosa sull’arco delle Alpi Apuane, ancora innevate e rese perciò più magiche. Superato questo scorcio, entriamo finalmente in Montemarcello, annoverato anch’esso tra i Borghi più belli d’Italia. D’altronde, proprio addentrandosi al suo interno, non è difficile comprenderne il motivo: le casette colorate che abbiamo lasciato a Tellaro, si ritrovano anche qui con una precisione architettonica davvero da togliere il fiato. Molto carine le viuzze che, col loro andamento ad angolo retto, rivelano le origini romane del paese, e il piazzale della Chiesa di San Pietro o la piazza XIII Dicembre contornata da case in pietra e dipinte di caldi colori, dove un monumento con una imponente ancora fa da padrone ed accoglie i visitatori, per ricordare i morti in mare.
Proseguendo ancora, si va in direzione Punta Corvo, da cui si può godere davvero di un panorama mozzafiato su Apuane, Elba e la costa intera. Per arrivare lì, si supera la fortezza militare che ha segnato una parte storica importante del borgo, fino a giungere al punto panoramico dove ci si può ristorare con il pranzo prima di tornare indietro.
La strada del ritorno non coinvolge di nuovo l’AVG perchè questa volta le mappe e una maggiore concentrazione sui segnali ci hanno tranquillamente guidato al punto in cui avevamo di poco sbagliato all’andata: sembra totalmente un paesaggio diverso, anche se troviamo una altrettanto bella foresta che però si alterna a casette, agriturismi e di nuovo oliveti.
La strada conduce dunque al punto di partenza, in località La Serre, dove si recupera la macchina! Si è fatta una certa ora ma essendo una tipica giornata invernale di metà febbraio, possiamo goderci il tramonto delle 17.30 direttamente giù a Lerici, con vista su Portovenere. Mai scelta fu più azzeccata: per quanto il forte vento gelido non abbia dato pace, i colori del cielo regalano davvero una magia che non riesce ad essere descritta a parole!
Solo estrema gioia e gratitudine per una giornata così piena di emozioni.
Il sabato termina alloggiando in un agriturismo sulle alture della cittadina, con già nella mente gli splendidi paesaggi che vedremo il giorno successivo.
Campiglia – Monesteroli
Eh sì, perchè il giorno seguente non sarà un giorno a caso ma quello in cui finalmente riusciamo a percorrere i famosi 1000 gradini della scalinata per Monesteroli, seguendo il Sentiero 4B.
Ma andiamo con ordine e facciamo un passo indietro!
Eravamo rimasti sulle alture, dove la colazione con vista Lerici regala un buongiorno tiepido e soleggiato, con temperature insolitamente calde per essere febbraio. Riprendiamo dunque il percorso in macchina, seguendo le indicazione in direzione Campiglia (poco prima di Riomaggiore) dove possiamo lasciare l’auto parcheggiata all’uscita della galleria.
Qui l’adrenalina torna a salire e lo sguardo si perde sui terrazzamenti tipici del paesaggio mozzafiato che da sempre contraddistingue le Cinque Terre. Infatti, ci troviamo proprio in una delle sommità dell’estremo Levante e, proseguendo ancora in questa direzione, possiamo raggiungere Portovenere, sempre percorrendo i vari sentieri. La perla del Golfo dei Poeti però non sarà la destinazione della giornata, anche se la prima parte dell’itinerario sarà in comune.
Si parte quindi, come dicevo, da Campiglia e si scende rapidamente lungo viuzze che affiancano orti e coltivazioni, superando anche la chiesa di Santa Caterina e il piccolo abitato di Schiara. Dopo un’ora scarsa di cammino sull’Alta Via delle Cinque Terre, si giunge all’incrocio da cui parte il Sentiero 4B, che conduce al piccolo borgo di Monesteroli dopo aver sceso 1000 scalini. Non si tratta di comuni gradini in cemento di normale altezza e tutti uguali tra loro, ma piuttosto quelli tipici Liguri, in cui ogni misura è a sè stante, con livellamenti non perfetti.
Poco male, d’altronde la sua fama di perla rara aumenta le aspettative e bisogna conquistarsi tanta bellezza!
Mentre scendiamo, non troviamo moltissimi turisti e questo permette di potersi godere ogni scorcio con più tranquillità. Allo stesso tempo, i pochi temerari che sono già in fase di salita, ci guardano e salutano con aria di leggera sufficienza, non perchè siano scortesi ma perchè un pò provati dallo sforzo in fase di ascensione. In questa fase infatti verrà compresa davvero la descrizione della scalinata fatta poco sopra, dove le non costanti altezze dei gradini certo non aiutano i visitatori.
Tornando a noi, la discesa prosegue dunque rapida, ad ogni metro percorso, la vista si apre sempre di più in panorami da togliere il fiato: da una parte il Golfo dei Poeti e dall’altra quelli del Levante Ligure con le Cinque Terre in primo piano e poi via via altre bellezze. La scalinata incrocia molte casette, in via di ristrutturazione, e conduce infine allo Scoglio Montonao in fondo, dove una piccola spiaggetta (non accessibile) fa da sovrana.
Che dire, lo sguardo è rivolto alle pareti rocciose ed alle falesie di questa parte di costa!
L’emozione per i vividi colori e l’adrenalina ancora calda per i gradini ci riportano alla realtà: è tempo di risalire.
L’ascesa, anche per una persona abituata a camminare, è comunque impegnativa ma allo stesso offre una scusa in più per percorrere lentamente la scalinata, prima di lasciare tanta bellezza. Così, la pausa pranzo a 3/4 della salita, si presenta come una ragione ulteriore per allungare i tempi prima di tornare effettivamente indietro.
E’ tempo di tornare a casa
Con gli occhi colmi di immagini meravigliose, di colori vivaci che solo queste terre sanno offire, ci si fa spazio lungo il sentiero fino a raggiungere di nuovo la macchina, percorrendo la strada esattamente dell’andata.
Quanta bellezza, quanto stupore, quanta armonia ho trovato in questi due giorni!
Sono stati itinerari in cui anche i cuori più freddi, complici anche le giornate invernali, vengono di certo riscaldati da tutta la meraviglia che la Liguria sa offrire, a tutti coloro che sono desiderosi di lasciarsi andare per vivere una forte esperienza.
Con già incolmabile nostalgia di questi luoghi, si torna a Genova un pò più leggeri.