
Rifugio Bonatti
Il Rifugio Bonatti sorge ai piedi delle Grandes Jorasses, proprio di fronte al magnifico ghiacciaio di Frébouge. È di facile accesso e vi si arriva in un’oretta di piacevole passeggiata attraversando un bosco di larici e i pascoli alpini. Intitolato al “Re delle Alpi”, che nella sua carriera ha scalato decine e decine di vette, alcune delle quali dalla difficoltà apparentemente insormontabile (come il Grand Capucin, il pinnacolo granitico del Monte Bianco), il Rifugio Walter Bonatti si trova a una altezza piuttosto bassa per la zona, poco meno di 2.000 metri sul livello del mare.
Difficoltà | E |
Dislivello (m) | 1060 |
Quota partenza | 1226 |
Quota vetta | 2047 |
Tempo A/R (ore) | 4,5 |
Sviluppo A/R (km) | 12 |
Segnavia | palina segnavia assente d’inverno |
Questa escursione è sicuramente un grande classico per tutti coloro che frequentano la Val d’Aosta ed in particolare la Val Ferret. L’inizio è una semplice passeggiata che parte da Planpincieux a 1.580 m ed è anche percorribile senza l’utilizzo delle ciaspole: la neve compatta della strada battuta fa sì che non si sprofondi. Dopo poco più di 4 km e dopo aver superato diverse malghe, si arriva in prossimità della località di Lavachey a 1.642 m, dove si trova l’omonimo rifugio in cui ci si può fermare a fare scorta di energie: da questo punto, parte la salita vera e propria quindi per chi non ha ancora indossato le ciaspole, è giunto il momento che cominci a farlo! La traccia si inerpica per due tornanti e poi spiana di nuovo: si intravede dunque una nuova indicazione escursionistica, verso il rifugio Bonatti: il sentiero diventa ora scosceso e davvero impegnativo anche se, vista la sua brevità, è sicuramente alla portata di tutti! Voltando lo sguardo verso ovest e verso sud il panorama si apre grandioso sulla val Ferret, sul Monte Bianco e sulle Grandes Jorasses e toglie davvero il fiato! E’ tutto un susseguirsi di ripide balze e l’adrenalina aumenta così, in breve, si raggiunge finalmente quota 2.025 m: qui il bosco si è diradato completamente ed il panorama si apre del tutto! Ancora pochi minuti e dall’ampio vallone si raggiunge il rifugio Bonatti, cioè il nostro obiettivo finale! Qui ci si può deliziare di una pausa pranzo con una vista meravigliosa sulle Grande Jorasses, che davvero fa sognare e ricordare la storia dell’alpinismo quando, alla fine di gennaio del 1963, la parete Nord delle Grand Jorasses è stata l’ultima del grande trittico (Cervino, Eiger ed appunto Grand Jorasses) ad opporsi strenuamente a tutti i tentativi di scalata invernale. Il ritorno avviene sempre lungo la stessa via percorsa in salita anche se, prima di scendere, i più allenati possono conquistare altezze ancora più elevate proseguendo lungo l’ampio vallone di Malatrà: io personalmente l’ho percorso in estate e posso dire che ne vale davvero la pena!