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L’arte di saper ascoltare

Molto tempo fa un professore universitario, che voleva approfondire lo studio dello Zen, andò in Giappone per far visita ad un famoso maestro dell’epoca. Il monaco accolse il professore con gentilezza e, prima di iniziare la conversazione, gli offrì del tè; il professore accettò volentieri e si sedette di fronte al maestro. Il saggio preso una tazza vuota, cominciò a versare il tè e, mentre la tazza si riempiva, intratteneva il suo ospite con alcuni convenevoli. Presto la tazza fu colma ma il monaco continuava a versare il tè e cominciò a traboccare. Il professore, che si rendeva conto di quanto stava accadendo, non riusciva ad interrompere il maestro, che sembrava non accorgersene preso com’era dalla conversazione. Ad un certo punto l’ospite non poté più trattenersi e disse: “Maestro mi scusi non vede che la tazza è colma?“. Il maestro, per nulla sorpreso, smise di versare il tè, guardò l’uomo Occidentale con un sorriso e gli disse: “Questo è il mio primo insegnamento“. Il professore lo guardò senza capire e allora il maestro proseguì: “Sei venuto per conoscere lo Zen ma la tua mente è già colma come questa tazza; come posso insegnarti qualcosa, se la tua testa è già piena di idee e pregiudizi? Per imparare davvero qualcosa, devi prima svuotare la tua mente.”

Questa storia è molto importante perché, oltre a trasmettere con un esempio concreto l’essenza dello Zen, descrive anche la condizione mentale in cui tutti noi di solito ci troviamo. Nel corso della nostra vita, accumuliamo conoscenze e le esperienze successive devono farsi spazio. Basta avviare una conversazione su un qualsiasi argomento per capire che abbiamo già un opinione su qualsiasi cosa, a volte anche su argomenti che non conosciamo affatto e sui quali non abbiamo alcuna competenza. Il vero problema è che quando le nostre convinzioni occupano tutto lo spazio della nostra mente, non solo diventa molto difficile apprendere cose nuove, ma lentamente perdiamo la capacità di ascoltare nella nostra testa: c’è un costante rumore di fondo costituito da opinioni e pensieri, molti dei quali provenienti dall’inconscio. Questo sedimento ci impedisce di ascoltare non solo gli altri ma soprattutto noi stessi: non ascoltiamo i messaggi che il nostro corpo ci manda e per farsi ascoltare lo costringiamo ad alzare la voce, il che nel linguaggio del corpo, vuol dire ammalarsi.

Con la pratica dell’ascolto consapevole, torniamo al momento presente e finalmente fermiamo la tendenza nella mente a rifugiarsi nel passato o nel futuro, due luoghi illusori da dove la vita che stiamo vivendo non si percepisce. Creare un po’ di vuoto è una delle finalità della pratica Zen ed è una delle principali indicazioni di questa filosofia: quella di allenarsi per conquistare la mente del principiante.

Dal punto di vista Zen, gli esperti, cioè coloro che dispongono già di una grande istruzione e di molte conoscenze, sono i meno favoriti nelle possibilità di raggiungere uno stato di appartenenza e interconnessione, perché tutto ciò che già sanno va a condizionare l’apprendimento di cose nuove; viceversa, i principianti occupano le classi più evolute e sono i veri favoriti di questo percorso. Lo scopo della mente del principiante è di eliminare progressivamente tutto quello che ci separa dal mondo e dagli altri, ovvero i nostri pregiudizi e le nostre opinioni.

Se vuoi continuare ad arricchire la tua vita di ogni genere di nutrimento, devi imparare a liberarti dalla memoria e dalle opinioni inutili: l’ascolto consapevole non solo riaccende i sensi ma ha anche un altro effetto estremamente funzionante e rigenerante: ti solleva dalla massiccia presenza nella tua mente ed è il rimedio più efficace per mettere il silenziatore al rumore interminabile dell’io, che finisce per stancarti ed isolarti dal mondo.

Tutti noi possiamo riconquistare la mente del principiante e ricominciare a vivere la vita in quella condizione di gioia e di stupore in cui è cominciata, quando eri bambino ed ogni cosa era un’esperienza, che apprendevi soprattutto attraverso il gioco e l’ascolto; non avevi molte opinioni e cose da dire, o da obiettare, e le emozioni che provavi erano potentissime. Poi lentamente si è perso queste qualità: ora sai molte cose e hai giudizi ed opinioni su tutto ma il tuo spazio di conoscenza si è ristretto e con essa la tua capacità di accogliere il nuovo e di gioirne.

Puoi sottrarti in ogni momento ad un esistenza guidata dal passato o dagli automatismi mentali in cui ti sei ritrovato incastrato: la possibilità di praticare l’ascolto consapevole per vedere la mente svuotarsi, un pò alla volta, di tanti pensieri inutili per tornare quindi ad essere presente con la rinnovata spontaneità di un bambino.