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L’arte di perdonare

Sarà capitato almeno una volta di essere stato ferito, tradito, offeso o abbandonato e alcuni di tali eventi probabilmente ti hanno segnato con conseguenze emozionali per anni. Anche oggi, a distanza di tempo, quei ricordi sono comunque motivo di sofferenza ed il solo ripensarci è in grado di attivare nella mente una conversazione del tutto immaginaria, in cui esplori i risentimenti e ribadisci le ragioni cercando le parole più adatte a rispondere alle offese ricevute.

In quella conversazione interiore, c’è anche tutto lo spazio per il biasimo nei tuoi confronti: come hai potuto sbagliare nell’esserti trovato tu stesso nelle condizioni di subire quelle sgradevoli esperienze, perché hai mai aperto le porte del tuo cuore e dato la fiducia a chi aveva poi deciso di utilizzare quella posizione privilegiata per ferirti?

Seguendo il flusso di questi pensieri, ti ritrovi nuovamente immerso dentro emozioni di frustrazione, impotenza, rabbia, inadeguatezza, vittimismo, vergogna, risentimento e rancore. Osservi quelle ferite, mentre continuano a vivere dentro di te e di spiegare i loro effetti negativi ogni volta che per le ragioni più casuali vengono risvegliati nel contempo. Puoi notare che di tutta questa attività mentale, poco o nulla si traduce in un’azione o in qualcosa di sensato, utile o concreto. Un tale spreco di risorse energetiche impegna la tua mente, stancandola e distogliendola da pensieri più favorevoli e produttivi.

Il perdono è forse uno dei gesti più rivoluzionari, importanti ed imprescindibili che possiamo compiere sulla strada del volerci bene: è un atto di grande coraggio, che libera noi stessi dal legame con chi ci ha feriti ed offesi. Implica la capacità di perdonare noi stessi per non essere stati all’altezza delle nostre aspettative e nell’impedire che potessimo essere colpiti e feriti.

Se non ne saremo capaci, sarà difficile amarci davvero interamente ed accettarci incondizionatamente, per questo è impossibile che prima o poi tu possa percorrere le ferite subite nel corso della tua vita e il ricordo di coloro che consideri responsabili, non certo per riattivare le sofferenze che ti hanno causato, ma per impedire che solo dentro la tua mente accada ancora e per chiudere i conti una volta per tutte con quel legame.

Il primo passo sarà prendere atto del fatto che qualsiasi cosa ci abbia feriti o delusi, che sia accaduta ieri o vent’anni fa, appartiene ormai solo abilmente al passato. Basta prendere atto di questo, per comprendere che quello che è accaduto, non può più essere modificato ed è solo il nostro ricordare ed il nostro attaccamento a riportare quelle emozioni nel presente, provocando una sofferenza attuale per qualcosa che non esiste più.

Oltre a comprendere questo, è necessario eliminare l’idea totalmente sbagliata che perdonare sia una sorta di concessione che pone il perdonante in una presunta e arbitraria posizione di superiorità rispetto a chi viene perdonato o l’idea che il nostro perdono assorbirebbe il perdonato dalle proprie responsabilità.

Liberando l’altro dal nostro risentimento, liberiamo noi stessi da quel legame che mantiene in noi una relazione indesiderata. L’emozione più bella e importante che possiamo sempre accogliere nella nostra autonoma decisione di perdonare, si traduce dunque nella liberazione di uno spazio occupato nella nostra mente, soprattutto nel nostro cuore, sgomberandolo come si fa con una vecchia soffitta e potremmo renderlo disponibile per i nuovi pensieri, sentimenti ed emozioni.